Abbiamo seguito attentamente le fasi di rilancio delle quali è stato protagonista il management dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro. Con l’Ammiraglio Agostinelli, già Commissario e da poco Presiedente dell’Autority, abbiamo attivato un confronto proficuo che tendesse a valorizzare le prerogative e le specificità della grande infrastruttura reggina. Dall’attenzione del livello occupazionale, ad una nuova strategia di sviluppo che concepisse la centralità della piattaforma Italia, nel cuore del Mediterraneo, e la sua naturale porta d’ingresso che è caratterizzata appunto, dal Porto di Gioia Tauro. La movimentazione commerciale e le nuove strutture di cui si è dotata il Porto, lo hanno di fatto, inserito a pieno titolo concettualmente e infrastrutturalmente, tra i punti di contatto più strategici tra Europa e Mediterraneo. E dal punto di vista intermodale, il gateway ferroviario, che dovrebbe facilitare l’accesso al porto e la realizzazione dell’Alta Velocità fino a Reggio Calabria, prevista dal Piano del Recovery, lo consacreranno come struttura del futuro, sulla quale puntare per l’effettiva rinascita dei nostri territori.
Ma in tutto questo percorso virtuoso, ci domandiamo, quali sono i progetti collaterali messi in campo dalla Metrocity? Perché abbiamo la sensazione che sia un ‘entità’ avulsa da un processo di rigenerazione economica e commerciale, fortemente attivato dall’Autorità Portuale. Quali sono le proposte inserite nel Recovery Plan da parte dell’amministrazione metropolitana per dare un lungo respiro ad una fase storica di rilancio? E ancora, ci sono iniziative progettuali per la Zes, per il retroporto, tali da incentivare l’insediamento di nuove realtà commerciali? E le vie di collegamento interne, nel cuore della Piana di Gioia, sono accessibili dal punto di vista della mobilità e del decoro urbano? Ci domandiamo inoltre, se questa classe dirigente abbia intuito o percepito l’importanza di un’infrastruttura, considerata dal mondo intero, trait d’union tra Europa e Mediterraneo?
Trasporti, logistica, commercio, nuove economie sul territorio e nuova organizzazione sociale. Tutti temi che andrebbero sviluppati attraverso una politica portuale vigorosa. Ma per programmare e costruire una visione, occorre avere contezza di cosa sia o meglio, di cosa rappresenti il Mediterraneo.
Lo chiediamo pubblicamente ad una classe dirigente poco attenta ad una risorsa imprescindibile, per storia e identità, non solo della Calabria. Il Mediterraneo, non costituisce solo una ‘superficie di trasporto’; ma le ‘sue navi’, le ‘sue rotte’ e i porti che su esso si affacciano, rappresentano gli strumenti economici al servizio delle città, in grado di generare nuove economie e nuove approcci urbani. Dunque pensiamo che sia fondamentale una nuova politica per i porti, per garantire un effettivo rilancio della presenza nel Mediterraneo. Ovvero, i porti del Mediterraneo e le loro trasformazioni vanno accompagnate e non subite; vanno incentivate e valorizzate azioni messe in campo dall’Autorità Portuale di Gioia Tauro, per creare uno snodo strategico che fortifichi la rete dei collegamenti dei sistemi economici.
Anche perché, siamo convinti che anche nel post pandemia la logistica continuerà a svolgere un ruolo centrale nell’orientare lo sviluppo delle produzioni e degli scambi, e di conseguenza, il Mediterraneo si troverà nel cuore di un confronto competitivo tra le grandi potenze economiche. Dobbiamo però, farci trovare pronti! L’Autority deve poter contare su Stato, Regione Calabria e soprattutto Metrocity.
Cgil Reggio Calabria Cgil Piana di Gioia Tauro Cisl Reggio Calabria Uil Reggio Calabria
Gregorio Pititto Celeste Logiacco Rosi Perrone Nuccio Azzarà
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