SCILLA – È di 1 milione di euro l’importo stimato da una prima relazione del responsabile dell’area tecnica di palazzo San Rocco, Bruno Doldo, per i lavori necessari alla messa in sicurezza delle zone di Melia gravemente danneggiate dal violentissimo acquazzone dello scorso 9 giugno.
Dichiarazione dello stato di calamità naturale
Servirà dunque una bella cifra per poter intervenire nella frazione montana scillese, dove il maltempo tra le altre cose ha completamente distrutto la strada di accesso a diversi terreni agricoli nonché alle suggestive Grotte di Tremusa. Tecnici e amministratori del Comune di Scilla hanno fatto il primo fondamentale passo per ottenere i fondi: l’architetto Doldo preparando una dettagliata relazione tecnica su quanto accaduto, e la giunta guidata dal sindaco Pasqualino Ciccone approvando – sulla scorta della stessa relazione – una delibera di giunta per la dichiarazione dello stato di calamità naturale, dando contestualmente indirizzo al responsabile dell’area tecnica municipale «affinché proceda con l’individuazione delle situazioni di maggior pericolo per l’incolumità dei cittadini attivando i provvedimenti di urgenza e richiedendo ai competenti organi regionali, provinciali, di Protezione civile i necessari interventi finanziari e strutturali».
Danni a tutta la rete stradale locale, provinciale, comunale
Nel rapporto di Doldo viene confermata una situazione decisamente seria, in base alla quale Melia di Scilla è ancora una frazione in ginocchio. «L’acqua caduta -si legge nella relazione – ha causato l’istantaneo allagamento delle zone rurali, che hanno riversato un grande quantitativo di acqua di pioggia mista a fango sulle strade di comunicazioni locali, provinciali e comunali. Lo spaventoso acquazzone si è riversato sulla frazione di Melia provocando innumerevoli danni a tutta la rete stradale comunale ed interpoderale, così da causare crolli di muri di contenimento dovuti a spinte idrauliche eccezionali sui medesimi manufatti, nonché danni alla viabilità di zona ove ci sono accumulati fango e detriti provenienti da monte, con conseguente elevato trasporto di materiale solido compromettendo il regolare funzionamento delle griglie, smottamenti ed eventi franosi».
Terreni agricoli irraggiungibili e incolumità pubblica a rischio
Sia nella zona dell’arteria che porta alle Grotte di Tremusa (servono 700 mila euro per sistemare tutto) sia lungo le strade interpoderali dell’intero territorio di Melia (qui ne bastano 300 mila), la situazione è fortemente pregiudizievole per la sicurezza e l’incolumità pubblica. Si tratta di vie parecchio utilizzate, anche e soprattutto perché a servizio di numerosi fondi agricoli. Strade distrutte da frane, detriti e fango, praticamente off-limits per i molti proprietari di terreni che hanno nell’agricoltura la principale fonte di sostentamento economico.
Del resto Melia è un luogo di montagna, dove gran parte degli abitanti si dedica alla coltivazione della terra e alla pastorizia. Un luogo bellissimo ma non risparmiato dalla piaga del dissesto idrogeologico, che dopo le ultime piogge rappresenta più che mai una minaccia per la sicurezza dei residenti e per l’economia locale. Adesso non resta che attendere quale sarà la risposta alla richiesta del Comune di Scilla, nell’auspicio che arrivi in tempi celeri così da consentire nel breve termine la realizzazione degli interventi.
Francesca Meduri
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