VILLA. Piazzale Telepass, camera di consiglio al Tar l’8 settembre. Accolta istanza cautelare della Caronte&Tourist

12 Agosto 2021
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VILLA SAN GIOVANNI – Le opere realizzate da Caronte&Tourist nell’area denominata ex Villa Agip, tra cui la biglietteria automatica con dispositivo Telepass, restano in piedi. Almeno per adesso. Lo ha deciso il Tar di Reggio Calabria, che ha sospeso provvisoriamente l’efficacia dell’ordinanza di demolizione di opere abusive e ripristino dello stato originale dei luoghi firmata lo scorso 11 giugno dall’ingegnere Ida Albanese, responsabile dell’ufficio tecnico municipale per i settori Patrimonio, Suap e Pianificazione territoriale. Il Tribunale amministrativo, con decreto cautelare monocratico del 9 agosto, ha così accolto la richiesta di sospensione avanzata dalla compagnia di navigazione nei motivi aggiunti per l’annullamento dell’ordinanza di demolizione, in seguito al ricorso avverso la determina comunale con la quale, lo scorso 6 aprile, erano stati annullati, in autotutela, i provvedimenti edilizi autorizzativi relativi all’area ex Villa Agip. Accogliendo l’istanza di misura cautelare monocratica e sospendendo l’efficacia dell’ordinanza, il presidente del Tar ha contestualmente fissato per la trattazione collegiale la camera di consiglio per l’8 settembre. Ne è derivata la risposta del Comune di Villa, la cui amministrazione ha deliberato di costituirsi nel ricorso promosso da C&T «al fine di difendere le ragioni del Comune, contestando le richieste di annullamento». A tutelare l’ente villese, giusta nomina dell’esecutivo guidato dal sindaco ff Maria Grazia Richichi, sarà sempre l’avvocato Fernando Scrivano, legale dell’Avvocatura civica. Vizi e violazioni di legge, difetto di motivazione ed eccesso di potere sono le obiezioni mosse dai legali di Caronte&Tourist in sede di impugnazione al Tar, sia nei confronti del Comune di Villa San Giovanni sia nei confronti dell’Anas. Dal canto suo, il Comune sembra pronto a ribadire con forza le ragioni della bocciatura della discussa pratica edilizia, nel 2019 finita al centro dell’inchiesta giudiziaria “Cenide” e successivamente riesaminata dal nuovo responsabile dell’ufficio tecnico. Nell’ordine di abbattimento, l’ingegnere Albanese aveva evidenziato «irregolarità e criticità tecnico-amministrative (violazioni di legge) riscontrate nei titoli rilasciati e/o accertati dai precedenti responsabili del settore tecnico-urbanistico: autorizzazione urbanistica; permesso a costruire; Scia edilizia; autorizzazione paesaggistica».

Fonte: (Francesca Meduri) – Il Quotidiano del Sud 12 agosto 2021

 

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