«L’aumento del prezzo di carburante, bollette e gas sta comportando una sempre maggiore sofferenza in chi ha patito e patisce gli effetti della crisi capitalistica permanente in cui, come nella nota metafora della “rana bollita” di Noam Chomsky, veniamo lentamente abituati e addomesticati a ritmi e costi insostenibili.
Invitiamo pertanto la cittadinanza giovedì 17 marzo alle ore 18,00 a Piazza Italia, per manifestare il proprio dissenso di fronte alle scelte del governo e chiedere a tutti gli organi istituzionali locali di impegnarsi formalmente a portare avanti nelle opportune sedi governative le istanze che provengono da questa manifestazione.
Ciò che ci lascia sgomenti di fronte a questo disastro – peraltro perfettamente fisiologico per il sistema economico al quale abbiamo scelto di legarci mani e piedi –, è l’atteggiamento del governo presieduto da Mario Draghi e del Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani. Per quanto riguarda il gas, nulla è stato fatto dal governo e dalle forze politiche che lo compongono per fermare l’oculata speculazione che ha permesso di lievitare il prezzo del gas dai 30 centesimi di acquisto per le società di distribuzione, all’oltre 1 euro di vendita alle famiglie. Chi sta giocando sulla pelle delle cittadine e dei cittadini, col beneplacito di tutta l’élite nostrana e mondiale, si stima abbia incrementato i propri profitti di 4 miliardi di euro solo l’anno scorso, con una previsione di circa 14 miliardi entro la fine del 2022.
L’Italia è uno dei paesi con le accise più alte sulla benzina: 0,73 euro al litro (escludendo l’IVA al 22%) sul totale del costo. È doveroso, in un simile momento di crisi, mettere mano a questi esorbitanti ed onestamente ormai insensati prezzi, che racchiudono costi riguardanti principalmente guerre (più o meno lontane), obbligandoci anche a riflettere su chi effettivamente ricadano i costi dei conflitti. Mentre l’alta finanza e gli industriali hanno beneficiato della crisi generata dalla pandemia, vedendo il proprio capitale aumentare a dismisura, le categorie già svantaggiate (donne, giovani, precari ed extracomunitari in particolare) sono state costrette a pagarne il prezzo più alto.
In un quadro quasi distopico come quello descritto, riteniamo che una politica giusta, equa e lungimirante debba preoccuparsi di mettere in discussione proprio quel sistema che genera incessantemente disuguaglianze, ascoltando e proponendo un rimedio alle legittime preoccupazioni di una popolazione ridotta alla fame.
Riteniamo comunque giusto e doveroso l’indirizzo verso una transizione ecologica che non può più essere graduale: è necessario sia radicale ed immediata. Lo richiede il nuovo regime climatico, come evidenziato da Bruno Latour.
Tuttavia, a sobbarcarsi i costi della inevitabile transizione e del passaggio a nuove fonti energetiche, non possono essere le cittadine e i cittadini già in difficolta per via della crisi, ma chi i disastri ambientali li ha creati, ossia le grandi multinazionali e l’apparato capitalista divoratore di risorse.
Si ringraziano le sigle che hanno ad oggi aderito alla manifestazione: demA, de Magistris Presidente, Partito Comunista dei Lavoratori, Nuvola Rossa, Potere al Popolo, Calabria Resistente e Solidale e Movimento per la Rinascita del P.C.I.
Per ulteriori adesioni alla manifestazione, scrivere alla mail giovanisullastrada@gmail.com».
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