Si conclude dunque con un nulla di fatto l’indagine connessa all’inchiesta “Cenide”, lo tsunami politico-giudiziario che, il 17 dicembre 2019, travolse il Comune di Villa San Giovanni e la Caronte&Tourist Spa con gli arresti del sindaco Giovanni Siclari, del responsabile dell’ufficio tecnico municipale Franco Morabito e dei manager della società; successivamente, agli atti del processo confluirono le iscrizioni nel registro degli indagati di altri nomi della politica villese, l’allora sindaco facente funzioni Maria Grazia Richichi, il presidente del Consiglio Nino Giustra, la consigliera di minoranza Lina Vilardi, l’assessore Massimo Morgante. Per tutti e quattro, come per gli altri indagati nello stralcio di “Cenide”, la vicenda è adesso archiviata e resterà solo uno spiacevole ricordo.
«All’esito dell’esercizio dell’azione penale nei confronti di Morabito Francesco Antonio Sincero +altri, taluni degli indagati – scrive il Gip Trovato – hanno definito la rispettiva posizione con rito alternativo, mentre per altri, rinviati a giudizio, è attualmente in corso di celebrazione il dibattimento; rispetto ad alcune delle originarie ipotesi di reato, invece, gli accertamenti esperiti non hanno fornito sufficiente prova delle ipotizzate condotte delittuose».
Quest’ultimo passaggio si riferisce appunto alle posizioni oggi archiviate, tra le quali spicca quella di Maria Grazia Richichi: l’ex sindaco ff può lasciarsi definitivamente alle spalle ipotesi di accuse particolarmente pesanti, essendo stata indagata quale presunta mandante degli atti incendiari contro Patrizia Liberto (presidente del Consiglio durante la sindacatura Messina, nonché attuale dirigente del Pd villese) e, inoltre, per estorsione e corruzione. «Nessun riscontro – sottolinea infatti il Gip – emerge dagli atti con riferimento al coinvolgimento della Richichi Maria Grazia nei fatti incendiari che hanno dato avvio al procedimento. In merito all’ipotizzata corruzione a suo carico, la condotta della Richichi, pur destando sospetti legati alla natura dei rapporti intercorrenti tra quest’ultima e la società “Caronte e Tourist spa”, non è tale da far ritenere integrata alcuna fattispecie corruttiva».
Niente è risultato anche a carico di Nino Giustra, tirato in ballo dal collaboratore di giustizia Vincenzo Cristiano per il suo legame con Franco Morabito: «Le indagini non hanno condotto all’individuazione di specifiche condotte criminose addebitabili all’indagato con la concretezza necessaria a sostenere l’accusa in giudizio».
E ancora, passando alle posizioni di Rocco Messina, Angela Vilardi e del loro figlio, Pasquale Messina, il Gip evidenzia: «Sebbene sia documentato l’interessamento del sindaco Siclari Giovanni per ottenere l’assunzione nella società Caronte e Tourist di Messina Pasquale, non esiste alcuna prova circa la consapevole compartecipazione alla corruzione contestata». Le altre posizioni archiviate riguardano: Giovanni Scappatura, Domenico Barbaro, Barbara Barbaro, Vincenzo Laganà, Vincenzo Cristian Siclari, Pasquale Siclari, Diego Fedele.
(fra.me.)
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