«Impatto conosciutissimo, invece, e non solo – ricorda Morabito – per i numerosi interventi di ripascimento che ci hanno consegnato una costa devastata ma, principalmente, per il fatto che l’Università Mediterranea e l’Assessorato all’urbanistica, retto dall’allora Assessore prof. Giuseppe Bellantone, avevano stipulato un accordo, regolarmente retribuito, per lo studio delle correnti meteomarine nell’area e che sono regolarmente depositati in Comune. Erano gli stessi anni nei quali il neo Ing. Filippo Bellantone prestava la propria opera quale “borsista” presso la stessa Università Mediterranea.
Tutto il resto o è aria fritta o questioni note, urlate come se si fosse trovato giacimento di petrolio nel giardino di casa, che se solo le persone riuscissero ad utilizzare le normali capacità mnemonica, ricorderebbero come l’intera questione legata ai trasporti – continua l’esponente di IdV – è stata affrontata con l’individuazione anche delle aree da destinare al mondo dei trasporti stradali, merci e pedonali nonché per lo sfruttamento di quella poderosa fucina di dati che è lo Stretto, il quale registra un traffico superiore persino a quello del traforo del Monte Bianco ma che la città non ha mai saputo, o meglio, voluto valorizzare».
Morabito rincara dunque la dose: «Allora siamo stanchi di ipocrisie e di “apprendisti stregoni” che intendono usare la città come un supermercato di famiglia per proprio tornaconto o per elargire vantaggi a terzi, facendo pagare i costi ad una comunità che dovrebbe smettere di lasciarsi abbindolare da chi tenta di parlare alla pancia della gente solo in vista delle elezioni amministrative. Di fronte alla crisi che stiamo vivendo, aggravata in questa città da un dissesto economico che non ha precedenti, il vero rischio è quello di minare la tenuta democratica della città, facendola capitolare per via di una povertà che non è più solo economica ma soprattutto culturale e sociale. E per questa ragione che invece vorremmo sentire parlare del perché, alle imprese locali, è stata sottratta la possibilità di accedere alle agevolazioni della ZES, della mancata realizzazione dell’Autoporto, del parcheggio di via Mazzini, del recupero, prima di tutto, del concetto di bene comune, della possibilità di avere servizi adeguati, delle condizioni in cui versa in generale la città».
«Invece – conclude IdV – si continua a parlare di opere opzionate o progettate 30, 20 o 10 anni fa, riportandole come fossero idee recenti, dimostrando di avere un orizzonte temporale “imminente”, con il piglio di chi vuole sbalordire ma non avendo il coraggio di bocciare l’idea, in questo caso, di un’Autorità Portuale che si sostituisce e s’impone sull’ente locale, determinando i futuri assetti della città disegnata per l’attraversamento, senza mai avere come primario obiettivo quella di restituire la città alle persone che la vivono, ai giovani, alle persone anziane».
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