Lungo la strada della strage, davanti alla stele dedicata al “giudice solo”, la deposizione di corone d’alloro fa da preludio al momento del ricordo, della memoria, delle emozioni. È l’ennesima occasione per chiedere a gran voce che venga fatta luce sull’efferato delitto che strappò Nino Scopelliti ai suoi cari (Rosanna aveva solo 7 anni), dunque che vengano fuori i nomi dei mandanti e degli autori di quelle fucilate che lo trafissero mentre si accingeva a rientrare nella sua Campo Calabro dopo aver trascorso una giornata al mare a Scilla.
Trentuno anni senza verità e giustizia per l’alto magistrato calabrese. E la figlia Rosanna non ci sta più: «La mia pazienza è scaduta. Nel senso che non me la sento più con la mia Fondazione di organizzare questa giornata, oggi è l’ultima volta a meno che non ci sarà qualche novità. Ho bisogno di avere risposte. Mi basta anche un passo avanti, vorrei che l’anno prossimo fossimo qui per parlare di qualcosa di nuovo e poter così continuare a lavorare insieme».
Le parole di Rosanna giungono direttamente alle orecchie dei vertici della Procura reggina: il capo Giovanni Bombardieri e l’aggiunto Giuseppe Lombardo anche quest’anno sono a Piale, così come il prefetto Massimo Mariani e tanti altri rappresentanti istituzionali e delle associazioni combattentistiche e d’arma. Rosanna puntualizza: «Non sono polemica e critica, il mio è un incitamento ad andare avanti». E poi rilancia con un appello accorato alla magistratura, verso cui ribadisce rispetto, stima e gratitudine: «Ricominciate. Ricominciate da zero. Ricominciate da qui, da chi, ancora vivo, può parlare. Le persone che conoscevano papà stanno morendo! Ricominciate e non fermatevi perché non ci sarà un altro 9 agosto. La morte di mio padre tornerà a essere un fatto intimo personale familiare della comunità che ha amato mio padre, fino a quando non ci avranno dimostrato di fare sul serio nella ricerca della verità». Una verità che rivendica a gran voce anche e soprattutto per le comunità di Reggio, Campo e Villa, da sempre orgogliose di Nino Scopelliti: «Dopo 31 anni la comunità dello Stretto non può ritrovarsi con l’ennesimo caso irrisolto». (fra.me.)
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