Delitto Scopelliti caso irrisolto da 31 anni. Rosanna: «Troppi. Senza novità non ci sarà un altro 9 agosto»

11 Agosto 2022
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VILLA SAN GIOVANNI – «Trentuno anni sono troppi. Mi spiace, ma non posso sopportare che il delitto Scopelliti resti un caso irrisolto. Non posso più sentirmi chiedere di essere paziente. Perché la giustizia ritardata è ciò che recide il rapporto di fiducia vero e vivo tra Stato e cittadini: crisi della Giustizia che è quindi crisi dello Stato, lo scriveva papà in un articolo del 1975». Così Rosanna Scopelliti interviene in chiusura della cerimonia commemorativa del 31esimo anniversario della morte del padre, il magistrato Antonino Scopelliti, ucciso in un attentato mafioso il 9 agosto del 1991 a Piale di Villa San Giovanni.

Lungo la strada della strage, davanti alla stele dedicata al “giudice solo”, la deposizione di corone d’alloro fa da preludio al momento del ricordo, della memoria, delle emozioni. È l’ennesima occasione per chiedere a gran voce che venga fatta luce sull’efferato delitto che strappò Nino Scopelliti ai suoi cari (Rosanna aveva solo 7 anni), dunque che vengano fuori i nomi dei mandanti e degli autori di quelle fucilate che lo trafissero mentre si accingeva a rientrare nella sua Campo Calabro dopo aver trascorso una giornata al mare a Scilla.

Trentuno anni senza verità e giustizia per l’alto magistrato calabrese. E la figlia Rosanna non ci sta più: «La mia pazienza è scaduta. Nel senso che non me la sento più con la mia Fondazione di organizzare questa giornata, oggi è l’ultima volta a meno che non ci sarà qualche novità. Ho bisogno di avere risposte. Mi basta anche un passo avanti, vorrei che l’anno prossimo fossimo qui per parlare di qualcosa di nuovo e poter così continuare a lavorare insieme».

Le parole di Rosanna giungono direttamente alle orecchie dei vertici della Procura reggina: il capo Giovanni Bombardieri e l’aggiunto Giuseppe Lombardo anche quest’anno sono a Piale, così come il prefetto Massimo Mariani e tanti altri rappresentanti istituzionali e delle associazioni combattentistiche e d’arma. Rosanna puntualizza: «Non sono polemica e critica, il mio è un incitamento ad andare avanti». E poi rilancia con un appello accorato alla magistratura, verso cui ribadisce rispetto, stima e gratitudine: «Ricominciate. Ricominciate da zero. Ricominciate da qui, da chi, ancora vivo, può parlare. Le persone che conoscevano papà stanno morendo! Ricominciate e non fermatevi perché non ci sarà un altro 9 agosto. La morte di mio padre tornerà a essere un fatto intimo personale familiare della comunità che ha amato mio padre, fino a quando non ci avranno dimostrato di fare sul serio nella ricerca della verità». Una verità che rivendica a gran voce anche e soprattutto per le comunità di Reggio, Campo e Villa, da sempre orgogliose di Nino Scopelliti: «Dopo 31 anni la comunità dello Stretto non può ritrovarsi con l’ennesimo caso irrisolto». (fra.me.)

 

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