Villa, “Movimento civico” sull’ordinanza “pro” Caronte: «Eluse le norme antimafia»

17 Ottobre 2022
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VILLA SAN GIOVANNI – Fa discutere il provvedimento di Protezione civile firmato venerdì dal sindaco Giusy Caminiti con l’ordine per la società Caronte&Tourist di rimuovere, senza indugio, il cumulo di terra formatosi nell’area degli imbarchi durante le piogge di metà agosto e di provvedere a riutilizzare il materiale per la sistemazione del tratto finale del torrente Zagarella, soggetto a fenomeni di abbassamento del letto ed erosione spondale.

Sulla vicenda interviene infatti l’associazione “Momento civico” con una serie di contestazioni: «Per voce dello stesso sindaco, questo mandato amministrativo – inizia così il comunicato dell’associazione –  si è aperto con una dichiarazione pubblicata sulla stampa e che non lasciava spazi ad ambiguità: “per amministrare basta applicare le regole, con la forza che viene dalla legittimazione popolare e dalla libertà di autodeterminarsi”. Che è poi il refrain di una carriera costruita sull’invocazione del rispetto delle regole e della democrazia.

Tuttavia l’applicazione di questa imposizione, nel pur breve corso di mandato, ha trovato diversi ostacoli ad attestare che tra il dire ed il fare, se non si ha ben chiaro cosa significhi amministrare la “cosa pubblica”, il rischio – continua “Momento civico” – è di incorrere in errori macroscopici. E se tali errori riguardano aspetti delicatissimi dell’agire amministrativo, si rischiano rovinose conseguenze.

La vicenda – ricorda l’associazione – prende avvio dal temporale del 21 agosto scorso, con l’accumulo della terra che la pregressa incuria progettuale, di altri Enti, ha fatto depositare, proveniente dal Torrente Immacolata, lungo l’incrocio che affaccia sui piazzali d’imbarco della società di navigazione Caronte&Tourist. Terra che il Comune, incautamente, ha fatto accumulare, costituendo un deposito, lungo la via Marina d’Italia, dal 2011 in concessione all’Ente locale.

Per settimane – rammenta ancora “Momento civico” – il deposito è rimasto lì, ostruendo un’intera carreggiata di via Marinai d’Italia, secondo l’Amministrazione in attesa della caratterizzazione da parte dell’ARPACAL ma sprovvista di copertura e della relativa segnaletica come prescritto dal MIMS. Solo il 20 settembre scorso, un’Ordinanza di Protezione Civile del Sindaco, denunciava l’urgenza di provvedere all’accumulo della terra che avrebbe potuto essere utilizzata in altro sito.

Quell’Ordinanza, firmata il 20 settembre, veniva tuttavia pubblicata solo il 6 ottobre e, proprio ieri, veniva emanata un ulteriore Ordinanza, sempre di Protezione Civile, con la quale si autorizzava la società Caronte&Tourist, per cui vige ancora – occorre ricordarlo – il commissariamento per infiltrazione della ndrangheta, a rimuovere quella terra e trasportarla gratuitamente in altro sito indicato dal Comune.

Un fatto che apparentemente potrebbe apparire di “normale” collaborazione – rincara la dose “Momento civico” – ma che si scontra con l’impianto delle norme che sottendono ai contratti pubblici, all’anticorruzione ed alla trasparenza. Cioè quelle stesse regole che il sindaco enunciava solamente ma che eludeva in sede di applicazione.

Codice della Strada a parte, per le cui violazioni non ci sono dubbi, il Codice dei Contratti è chiarissimo su questi punti e non è possibile conferire incarichi ad alcuno, senza un bando di gara ma anche al di la del bando, non è possibile stipulare contratti per lavori che hanno dei costi materiali. Per giunta ad una società che di ben altro si occupa e che dovrà, a sua volta, incaricare una ditta di “movimento terra”.

Questo, evidentemente, significa eludere anche le norme antimafia e quelle sulla tracciabilità dei flussi finanziari negli appalti pubblici, poiché di questo si tratta, dal momento che, a sua volta la Società Caronte&Tourist dovrà provvedere al servizio offerto gratuitamente all’Ente.

Resta il dubbio – conclude “Momento civico” – su come abbia fatto l’ARPACAL ad autorizzare il riuso di tale materiale terroso, rimasto per due mesi alla mercé degli elementi e sicuramente contaminato dai residui della combustione di oltre 20.000 veicoli che gli scorrevano accanto».

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