VILLA SAN GIOVANNI- Nel giorno in cui il territorio villese arranca sotto i colpi del maltempo, “Nuvola Rossa” – tra le associazioni vicine all’amministrazione Caminiti – torna a parlare del Ponte sullo Stretto e lo fa rilanciando il proprio “no” alla mega infrastruttura tra la Calabria e la Sicilia. Sono altre le necessità di un territorio che cade a pezzi, ribadiscono a gran voce gli attivisti di “Nuvola Rossa” in un post su Facebook dal titolo «L’approccio ideologico di chi è a favore del Ponte sullo Stretto».
«Un’opera allettante per lobby e grandi imprenditori»
«Periodicamente – esordisce “Nuvola Rossa”, che al post allega un’immagine di via Torrente Zagarella devastata dalla bomba d’acqua di oggi – il Ponte sullo Stretto torna a occupare la scena del dibattito politico.
Lo sappiamo ormai da molti anni: niente è meglio della promessa di quest’opera per una classe politica a corto di visioni e prospettive di vero sviluppo del territorio. Un’opera allettante per lobby e grandi imprenditori, che vedono nella costruzione del ponte – dagli studi di progettazione alle altre ‘piccole’ opere connesse – la possibilità di avviare grosse speculazioni finanziarie senza alcun rischio d’impresa: tanto è lo Stato a pagare, cioè noi.
Non siamo preoccupati di vedere il Ponte congiungere realmente le due sponde dello Stretto: quest’opera è irrealizzabile sotto diversi punti di vista, come ampiamente testimoniato da studi e ricerche che da decenni ne hanno dimostrato la non fattibilità strutturale, geologica, ingegneristica e ambientale.
Non si tratta solo della conformazione geologica del territorio (la sismicità, l’allontanamento graduale e costante delle coste calabrese e siciliana) o del rischio di desertificare un territorio denso e complesso.
È la sola progettazione del Ponte – l’avvio di un iter infinito fatto di studi di fattibilità e del coinvolgimento di famelici privati – che comporterà l’esborso di denaro pubblico, probabilmente per avviare dei piccoli e orrendi interventi sul territorio che rimarranno incompiuti e isolati, come dimostra la variante di Cannitello».
«Serve mettere in sicurezza il territorio»
«In tempo di devastazione ambientale e di crisi climatica – prosegue “Nuvola Rossa” – pensare ancora al Ponte significa voler ignorare un’emergenza che minaccia l’esistenza stessa del pianeta. E se vi è la necessità di intervenire per rendere il meno inquinante possibile il collegamento via mare tra le due sponde dello Stretto (possibilità che la tecnologia oggi rende percorribile), ci chiediamo come sia possibile pensare di collocare pilastri e blocchi di cemento in aree dalla vocazione naturalistica straordinaria, sede di specie animali (anche migratorie) e vegetali uniche nel contesto mediterraneo.
È chi continua a parlare di ponte, allora, a seguire un ragionamento puramente ideologico, contro la realtà dei fatti che ne smentisce la necessità e l’utilità.
E se ne parla in un territorio che, lo ricordiamo ancora, richiede ben altri interventi:
la sistemazione della rete infrastrutturale (a partire dalla statale 106);
la messa in sicurezza dei territori dal rischio idro-geologico, come ogni giornata di piogge intense ci ricorda;
il potenziamento di un sistema idrico allo stato fatiscente;
una sanità pubblica accessibile e di qualità;
una convivenza armonica e non catastrofica con l’ecosistema, da valorizzare attraverso percorsi di eco-turismo che vanno in una direzione completamente differente da quella indicata dalla costruzione del Ponte.
Chi vive in questi territori – ribadisce infine “Nuvola Rossa” – non ha bisogno di un Ponte con cui scappare altrove: rivendica di abitare in sicurezza in luoghi che meritano ben altre prospettive».
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