SCILLA – Dopo lo scioglimento per dimissioni arriva quello per mafia. E per il Comune di Scilla è la seconda volta in cinque anni. Il verdetto è arrivato stasera, a margine del Consiglio dei ministri. Che, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, «in considerazione degli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata», ha infatti deliberato «lo scioglimento del Consiglio comunale di Scilla (RC) e l’affidamento della gestione del Comune a una commissione straordinaria, per un periodo di diciotto mesi ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267». È questo l’esito dell’ispezione antimafia avviata a Palazzo San Rocco lo scorso agosto e seguita, a settembre, dall’operazione “Nuova Linea”, che ha travolto l’amministrazione comunale scillese per i presunti rapporti con la ‘ndrangheta locale e in particolare con la cosca Nasone-Gaietti. L’inchiesta ha gettato nella bufera, per quanto riguarda i rappresentanti comunali, il sindaco Pasqualino Ciccone, il consigliere Girolamo Paladino e l’ex responsabile dell’ufficio tecnico municipale Bruno Doldo, nonché l’ex sindaco Gaetano Ciccone, fratello di Pasqualino.
A seguito dello tsunami giudiziario ecco, dunque, le dimissioni del primo cittadino Pasqualino Ciccone e, di conseguenza, lo scioglimento del consiglio comunale e l’insedimanto del commissario Surace, con la commissione antimafia ancora al lavoro. Lavoro concluso dopo sei mesi e poi oggetto, ovviamente, di una relazione, che dal prefetto di Reggio Calabria è giunta al cospetto del ministro dell’Interno per la decisione finale del Governo. Decisione arrivata solo oggi, a pochi giorni dalla presentazione delle liste per le imminenti elezioni amministrative. Che pertanto non ci saranno.
A Scilla non si vota, ed è chiaro che in tanti si sono fatti ingannare dagli adempimenti burocratici compiuti dal commissatrio Surace in vista di eventuali elezioni ma pur sempre in attesa dell’esito dell’indagine antimafia. Un esito peraltro abbastanza scontato, considerati gli eventi dello scorso autunno e anche il precedente scioglimento per mafia del 2018, sempre con Ciccone sindaco. Altri 18 mesi di gestione commissariale attendono pertanto il Comune di Scilla, e chissà che ciò non possa servire a pianificare nel migliore dei modi la futura campagna elettorale, cominciando già da adesso a lavorare per non farsi trovare impreparati come nel 2020. (V.e.D.)
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