VILLA SAN GIOVANNI – Una quindicina i manifestanti che hanno partecipato al sit-in di protesta promosso dal segretario del Pd villese Enzo Musolino in occasione del recente meeting “Il Ponte sullo Stretto di Messina. Un’opportunità per i territori dello Stretto e per l’area euro-mediterranea”, organizzato da “Lions Clubs International” nell’ambito del proprio “Forum permanente del Mediterraneo e Mar Nero per il futuro dei giovani” (FpM) e patrocinato dal Comune di Villa San Giovanni e da altri comuni del Reggino.
A sostenere l’iniziativa sono stati, tra gli altri, il segretario dem metropolitano Antonio Morabito, il consigliere comunale reggino de “La Strada” Saverio Pazzano, i rappresentanti villesi di Wwf e Legambiente. Il loro disappunto è cresciuto man mano che dalla sala del convegno giungevano aggiornamenti, in particolare sulle dichiarazioni della sindaca Giusy Caminiti. A caldo, sul posto, Enzo Musolino ha commentato: «Una posizione neutra è un “sì” al Ponte, perché il Ponte è già partito». A rincarare la dose Lina Vilardi: «Il sindaco Caminiti ora non può rappresentare Villa perché la città, i cittadini, non sono stati coinvolti, nessuno ha chiesto alla città se vuole o no il Ponte».
Le lagnanze del Pd sono state poi cristallizzate in una nota firmata dal segretario Enzo Musolino, che ha scritto: «È stato realizzato, infatti, un sit-in di protesta e di proposta – presenti anche le bandiere Wwf – che con forza ha ribadito le ragioni di uno sviluppo altro, alternativo, dello Stretto rispetto all’incubo del Ponte. Nel corso dell’evento si è appreso che la sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, sarà presto ricevuta a Roma dal Ministro Salvini; senz’altro in ritardo – va sottolineato – rispetto ad un “Decreto Ponte” già convalidato, con una Società “in house” chiamata a realizzare l’Opera che non vede la presenza al suo interno del Comune villese, con emendamenti di centrodestra approvati che piegano ogni intervento infrastrutturale in Città alla “priorità” del Ponte».
Continua il dem: «Una volta sistemate le cose importanti, quindi, con un’Opera ormai rilanciata e decisa dalla Lega Nord, oggi si aprono le porte alla Sindaca di Villa, per dirle cosa? Parlerà Salvini dell’ecomostro di Cannitello? Di un Lungomare deturpato da lavori incompiuti? Di un “cantiere eterno”, quello del Ponte, che minacciosamente proietterà la sua ombra per i prossimi trenta anni di vita sullo Stretto? La Sindaca spesso ha parlato di opere preliminari; i Democratici in maniera articolata hanno enucleato le vere necessità infrastrutturali per liberare Villa dall’inquinamento, dal traffico pesante, dalla sua strumentalità alle esigenze del trasporto: 1) Nuovi approdi a Sud, lontano dall’abitato; 2) potenziamento dell’attraversamento dinamico, con mezzi nuovi e concorrenza; 3) mobilità pubblica locale sostenibile. Saranno queste “priorità” oggetto dell’incontro della Sindaca con Salvini? E la Sindaca Caminiti – in assenza dell’avvio di un dibattito pubblico organizzato dal Comune sul tema Ponte – farà giungere al Ministro anche le posizioni contrarie, da anni articolate dal Centrosinistra dello Stretto?».
«Nella delegazione villese ricevuta dal leader leghista oggi al Governo, – chiede ancora Musolino – ci sarà spazio per queste posizioni? Noi crediamo sia opportuno e non più rinviabile attivare in Città un “tavolo largo” di interlocuzione civica, un confronto convocato permanentemente sul “Ponte” che discuta e integri le risultanze di questo incontro annunciato, quello con il Ministro Salvini che sta decidendo – pressoché da solo – il destino di 14.000 persone».
Conclude Musolino: «Va ricordato, infine, come, a nostro parere, ogni “neutralità ” sul tema equivalga ad accettare così come è il progetto che ha in mente – per noi tutti – la Lega degli ex secessionisti. Non ci può nascondere dietro l’aggiornamento, il “maquillage”, di un progetto che rimarrà sostanzialmente lo stesso (nel recente passato già bocciato dagli uffici tecnici dei Ministeri coinvolti): un’unica campata, senza garanzia di realizzazione e di tenuta! Il Ponte è già realtà: è l’orrenda intubata di Cannitello, è l’arroganza decisionista di questo ultimo “padrone del vapore” (che ha ereditato la “bandierina” da Berlusconi), è la Società Stretto di Messina rediviva, è il ruolo succube del centrodestra del territorio, è la subordinazione di ogni opera a Villa – mascheramento della Variante, rifacimento del Lungomare, Approdi a Sud, Stazione ferroviaria, ristrutturazione del Porto storico – alla realizzazione del Ponte. Di fronte a questo scatafascio non si può parlare di “neutralità”, a meno di arrendersi di già alle volontà altrui, lontane e indifferenti al destino dei villesi». (f.m.)
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