SCILLA – Emergono particolari più precisi e decisamente meno allarmanti su quanto successo a Scilla nei giorni scorsi ai danni di un cittadino di origini straniere. Si tratta di notizie provenienti dalle autorità competenti, precisamente dalla Polizia locale guidata da Barbara Latella. Secondo quanto si è appreso dal Comando dei vigili urbani di Scilla, non si è trattato di un episodio di violenza per motivi discriminatori e, soprattutto, l’episodio ha coinvolto solo due persone e nessun gruppo razzista è entrato in azione.
La ricostruzione del fatto
I vigili urbani di Scilla hanno notato l’uomo, ferito e sofferente, sulla strada statale 18, dove si era rifugiato dopo una lite avvenuta nell’esercizio pubblico in cui stava lavorando. Lui, originario del Bangladesh, residente da anni a Villa San Giovanni e molto conosciuto per la sua ex attività di venditore ambulante di rose in vari locali di Reggio e dintorni, ha raccontato agli agenti cosa gli fosse appena accaduto, spiegando loro di essere stato malmenato da un soggetto al culmine di un’animata discussione scoppiata per motivi non chiari. In stato di shock, provato per le botte ricevute, l’uomo è stato dunque accompagnato dalla Polizia municipale presso la locale Guardia medica, dove gli sono state prestate le cure necessarie con una prognosi di qualche giorno da cui non sono emerse grosse preoccupazioni per la sua salute. Da parte sua, comunque, non è stata sporta querela e pertanto, al momento, gli atti dell’attività d’indagine, che resta in capo alla Polizia locale, non sono stati trasmessi all’autorità giudiziaria. Di certo i vigili urbani sono intervenuti presso l’esercizio pubblico in cui è avvenuto il fatto, per ascoltare gestori e testimoni e per valutare la visione di filmati eventualmente registrati dalle telecamere collocate nel luogo. Dal Comando di Polizia locale è stato altresì chiarito che l’asiatico è stato colpito da una sola persona, un solo aggressore, quindi nessun branco ha agito contro lo straniero. In buona sostanza c’è stato un battibecco e i due uomini sono venuti alle mani, per essere subito divisi da quanti hanno assistito alla scena. L’asiatico, che ha sicuramente avuto la peggio, anche per il suo fisico minuto, si è poi allontanato e ha chiesto aiuto ai vigili urbani.
Il fatto risale alla prima serata di giovedì scorso, ma è venuto alla luce solo nell’ultima domenica grazie alla denuncia – ripresa da Villaedintorni.it – social di Carolina Cardona, amministratrice del gruppo Facebook “Scilla… l’altra faccia della medaglia”.
Per “Rosario” solidarietà bipartisan. Ma a qualcuno non sta bene…
Alle prime notizie sulla vicenda, sui social sono scattate tantissime reazioni di solidarietà nei confronti di “Rosario”, come viene chiamato da quanti ormai da diversi anni lo conoscono. Una lunga scia di indignazione per l’episodio, giustamente da condannare in toto al di là del fatto che ad agire non sia stato un branco. Ma è altresì giusto e corretto non ingigantire le cose, e non far passare messaggi sbagliati e non veritieri poiché, a quanto si legge sui social, sembra quasi che “Rosario” sia stato ridotto in fin di vita e che versi in gravi condizioni. Non è così, per fortuna. Sta benissimo e lui stesso l’ha confermato in un video pubblicato su Facebook. E sembra quasi che abbia subito un pestaggio di gruppo da chissà quanti malviventi razzisti, magari fomentati da ragioni e ideologie politiche. Come se le discussioni e le botte da orbi tra soli italiani non fossero all’ordine del giorno. Un’altra cosa da sottolineare è che la solidarietà non ha colori politici e tutti, ma proprio tutti, se sinceri, hanno il diritto di manifestare vicinanza e dispiacere se una persona più debole viene umiliata, malmenata, offesa. I buoni e i cattivi ci sono ovunque, possono militare entrambi in ogni movimento, partito politico, e avere entrambi delle ideologie anche discutibili. Non è che una parte politica accolga crocerossini e buoni samaritani e l’altra parte politica accolga mostri capaci solo di fomentare odio, cattiverie e pestaggi. Tutti possono essere tutto, questa è la verità che esaltazione e presunzione profonde continuano a negare.
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