VILLA SAN GIOVANNI – L’amministrazione Caminiti interviene sulla mancata installazione dell’ascensore al piano terra del palazzo comunale, che nei giorni scorsi era stata stigmatizzata dalla consigliera di minoranza Stefania Calderone.
«Il progetto dell’ascensore di palazzo San Giovanni non è di quest’amministrazione comunale e, vedendone i grossi limiti nella funzionalità, noi, sin dal nostro insediamento, abbiamo tentato di adeguare quel progetto ad uno nuovo che fosse più adatto alle esigenze dell’utenza».
«Strumentalizzare i ritardi nella realizzazione dell’ascensore, conoscendo perfettamente quali sono state le cause di tale ritardo, torna indietro a chi tenta una simile operazione politica. Noi siamo coloro che abbiamo deciso di convocare in piazza il consiglio comunale di insediamento per permettere la partecipazione a tutti i cittadini, anche i disabili; e così è stato e sarà per tutti i consigli comunali aperti, dal momento che quelli ‘ordinari’ senza interventi del pubblico possono essere trasmessi in diretta e rimanere in archivio solo se tenuti in sala consiliare per ragioni tecniche».
«Quando a luglio 2022 abbiamo preso contezza che l’ascensore così come progettato manteneva il gradino di accesso a piano terra e (anche peggio dal punto di vista funzionale) l’ingresso al primo piano non avviene sul ballatoio ma sul vano scale (con conseguente necessità di realizzare un’apposita pedana) abbiamo, senza rallentare l’iter amministrativo della realizzazione del progetto, interloquito a più riprese con l’ufficio tecnico – nella persona dell’Ingegner Salvatore Olivadoti – e con la ditta aggiudicataria dei lavori e della messa in posa dell’ascensore, al fine di trovare una soluzione migliore di quella progettata. Nel mentre le prove distruttive del calcestruzzo della fondazione, su cui dovrà montarsi lo stesso ascensore hanno dato esito negativo e, pertanto, si è posto il problema di dover demolire e ricostruire la struttura in cemento già realizzata. Un approfondimento tecnico, richiesto dalla ditta esecutrice, che ne aveva diritto per legge, ha permesso di effettuare per la seconda volta i cosiddetti ‘carotaggi’: oggi stiamo aspettando l’esito di questa nuova e seconda prova. Augurandoci sia positiva e possa permettere finalmente di mettere in opera l’ascensore».
«Non sfugge come l’ascensore, sebbene già consegnato dalla ditta, non può in alcun modo essere montato senza che si sia acquisita la relazione che comprovi tecnicamente la coerenza strutturale delle fondazioni di calcestruzzo armato su cui dovrà poggiare.
Nel mentre una piccola modifica progettuale è stata possibile e si è fatta: sarà abbassato, alla ripresa dei lavori, il punto di appoggio del vano ascensore in maniera tale che possa essere eliminato il gradino all’ingresso di palazzo San Giovanni che permette ai disabili di accedere allo stesso ascensore senza dover percorrere un’ulteriore rampa. Purtroppo, nonostante i nostri tecnici ci abbiano lavorato, non è possibile permettere la discesa al primo piano direttamente di fronte sala Caracciolo; ma si interverrà con una pedana che consentirà comunque tale accesso sebbene più scomodo».
«Non riteniamo di aver in alcun modo rallentato l’iter di realizzazione e neppure di aver mai sottovalutato l’importanza che questo progetto ha per la comunità: è un segnale di civiltà importante che va verso il riconoscimento del diritto alla mobilità autonoma dei disabili. Ma, in tal senso, la vera svolta non la darà la realizzazione dell’ascensore, bensì l’eliminazione delle barriere architettoniche per la cui progettazione questa amministrazione ha ottenuto il finanziamento regionale e procederà nell’iter realizzativo con l’apertura di una coprogettazione che coinvolgerà il terzo settore e le associazioni rappresentative dei diritti dei disabili».
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