Dura replica di Massimiliano Tramontana, Ceo e fondatore della E-Koru srl, all’amministrazione comunale di Villa San Giovanni.
«Pochi giorni di ritardo non possono giustificare l’azione di sciopero. Ho letto e riletto più volte il comunicato dell’amministrazione comunale di Villa San Giovanni apparso sui quotidiani locali e sui social. E solo dopo diverse ore di profonda riflessione ho deciso di mettere nero su bianco questa replica. L’ho fatto perché ho l’obbligo morale di tutelare la mia azienda, il mio lavoro, la mia dignità di uomo e quella dei miei dipendenti che, con grandissimo senso di responsabilità, vivono e lavorano nel settore della raccolta differenziata. Un settore complesso, dove le incapacità e le inefficienze della pubblica amministrazione ricadono sulle aziende private, trasformandole nel parafulmine dell’inquietudine sociale».
«Chi ha scritto quel comunicato sicuramente era inebriato dalla dolce salsedine che i venti dello Stretto di Scilla e Cariddi trasporta sulle coste Villesi. Non si spiega altrimenti il goffo tentativo di arrampicata estrema sullo specchio dell’oggettività. Scrivo oggettività invece di “verità” non a caso, perché quest’ultima assume carattere sempre più relativo, in un mondo nel quale ognuno può raccontare liberamente la “sua” di verità, senza comprendere che ciò che esprime può avere serie conseguenze giudiziarie. Perché, fortunatamente, il falso e la diffamazione sono regolamentate dalle nostre leggi statali. Per questo motivo vorrei tentare di fare, con tutti coloro che vorranno continuare a leggermi, un esercizio di comprensione del testo della dichiarazione dell’amministrazione comunale di Villa San Giovanni».
Prosegue Tramontana: «Prima parte: Il comune ha saldato il 15 gennaio 2024 la mensilità per il servizio di raccolta e dello spazzamento relativa al mese di Settembre 2023 e quella relativa al servizio di spazzamento di Giugno 2023 “erroneamente non saldata”. Spiegazione: Il comune avrebbe dovuto pagare il servizio di Settembre 2023 entro e non oltre il 30 Novembre 2023 e il servizio di spazzamento di Giugno 2023 entro e non oltre il 31 Agosto 2023 (così come stabilito dal contratto d’appalto, che fissa il termine di pagamento entro i 60gg). Il 15 gennaio 2024, quindi, ha avuto un ritardo di 45 giorni sulla mensilità di Settembre 2023 e 137 giorni di ritardo sulla mensilità di Giugno 2023. Seconda parte: L’azienda ha sempre effettuato tutti i pagamenti concordati con la prefettura di Reggio Calabria. Al contrario di quanto fatto dall’Ente (per fortuna abbiamo tutti i verbali che potremmo pubblicare successivamente) che spesso ha disatteso gli impegni presi. Oltre a non aver mai risposto alla richiesta della Commissione Nazionale per lo Sciopero, inviata a Ottobre 2022, di esibizione di un piano di rientro nei confronti dell’Azienda.
L’Amministrazione inoltre non ha MAI, recuperato i debiti precedenti con la nostra Azienda. Tant’è che ad oggi la mensilità di Ottobre 2023, scaduta il 31 dicembre 2023, non è stata ancora saldata. E nessuna fattura è stata pagata nel termine dei 60 giorni – rispettivamente al periodo di fatturazione – previsti dal contratto. Siamo disponibili a pubblicare le date dei pagamenti delle singole fatture. Terza parte: È vero che l’Amministrazione, nel tavolo istituito in Prefettura, ha dichiarato che il pagamento dell’ultimo trimestre aveva delle difficoltà legate all’approvazione del bilancio, ma il Sindaco in persona ha dichiarato che lo stesso si sarebbe risolto entro metà gennaio e che entro il 31 dello stesso mese sarebbe stata pagata anche la fattura di Ottobre. Motivo per il quale l’USB non ha aderito allo sciopero».
Tramontana continua a muso duro: «Ma la nostra Azienda non accettato nulla, ne ha solo preso atto. Con quella dichiarazione il Sindaco ha certificato pubblicamente un ritardo nella gestione ordinaria dell’ente. E la nostra azienda, il nostro servizio o i nostri lavoratori perché dovrebbero pagare il conto di scelte o mancanze altrui? Ad oggi, manca solo qualche giorno al termine fissato del 31 gennaio 2024, data in cui scadrebbe anche il termine ultimo per il pagamento della fattura di Novembre 2023 e non per quella di Ottobre 2023. Siamo qui ad aspettare che gli impegni presi vengano mantenuti. Quarta parte: “Le mani nella marmellata non sono nostre”. Solidarizzare in maniera strumentale con i lavoratori, dopo aver distorto la realtà, non solo non può produrre il risultato sperato, ma di fatto non può che aggravare la situazione. E in termini elettorali non credo sia stata una scelta lungimirante. Perché i lavoratori e i cittadini Villesi, ascoltata l’altra campana, saranno liberi di scegliere chi delle due parti dice la verità.
Da fondatore ed amministratore di una piccola azienda che cerca di fare il massimo per garantire un servizio di qualità in tutti i comuni nei quali opera, trovo ingiusto e irrispettoso l’atteggiamento che alcuni amministratori Villesi hanno nei nostri confronti. Negli anni abbiamo garantito che Villa San Giovanni sia una sorta di isola felice rispetto al comprensorio. Basterebbe farsi qualche passeggiata oltre i propri confini (Bolano da un lato e Lido del Finanziere dall’altra) per notare la differenza».
E ancora: «Io però vorrei parlare di dati, di numeri, di performance e di correttezza nei comportamenti. La nostra azienda dalla data della sua fondazione ha lavorato in oltre 15 comuni. Ha sempre garantito retribuzioni regolari ai dipendenti, rispetto dei diritti dei lavoratori, pagamenti regolari delle imposte e mantenimento degli impegni presi nei confronti dei fornitori.
Ad oggi, tutti i dipendenti risultano regolarmente pagati e solo i lavoratori del cantiere di Villa San Giovanni aspettano la retribuzione di dicembre da 10 giorni. Lo ripeto, giorno 22 Gennaio, parte dei lavoratori hanno scioperato per un ritardo di 7 giorni. Cosa non solo incomprensibile, ma anche evidentemente strumentale. Qualsiasi persona dotata di un minimo di raziocino capirebbe che lo sciopero è strumentale a logiche esclusivamente politiche. Che nulla hanno a che fare con la nostra Azienda e con il nostro lavoro. Ma fortunatamente esistono lavoratori onesti ed intellettualmente liberi, ed è a loro che va il mio ringraziamento e la mia stima. Infatti giorno 22, solo 6 lavoratori su 24 hanno aderito allo sciopero. Gli altri hanno garantito la possibilità che la raccolta avvenisse regolarmente e senza causare disagi alla cittadinanza. Giorno 22, cinque sigle sindacali coinvolgono sei lavoratori in una crociata contro l’azienda che dopo più di tre anni dall’assunzione dei lavoratori è in ritardo di sette giorni sulle retribuzioni. Un capolavoro di concertazione che rischia di far sembrare il generale Vannacci e il suo “Mondo al contrario” un fine intellettuale. Questa azione, così forzosa e senza senso, mi obbliga a mettere insieme dei tasselli per porre delle domande specifiche ai cittadini Villesi».
Ed ecco le domande: «È un caso che i lavoratori che hanno aderito allo sciopero sono tutti lavoratori provenienti dalla ditta precedente e salvaguardati dalla clausola sociale? È un caso che gli stessi sono tutti residenti a Villa San Giovanni? È un caso che gli stessi hanno iniziato a lavorare nella ditta precedente quando Villa San Giovanni era governata dall’attuale opposizione? È un caso che il sindacalista più attivo nel promuovere certe azioni sia anch’esso residente a Villa San Giovanni? È un caso che l’opposizione non abbia mai approfondito la reale posizione dell’ente sulla gestione di un servizio così importante per la cittadinanza?».
«A queste mie domande – aggiunge e conclude Tramonta – vorrei che fossero i cittadini a rispondere. Perché se oggi gran parte dei giovani della mia generazione, compresi i figli di alcuni dipendenti e amministratori pubblici, sono costretti a scappare da questa terra che sembra maledetta è soprattutto perché qui l’esercizio della libertà di pensiero e di azione sembra interdetta. Qui è vietato sognare, promuovere, organizzare. E non parlo solo del cancro della criminalità organizzata nelle sue diverse forme, ma soprattutto della criminalità disorganizzata. Di tutti quegli individui che per un piccolo tornaconto, per una dose di testosterone o per la semplice promessa di un vantaggio futuro vendono se stessi e le proprie famiglie al millantatore di turno. Parecchi a Villa San Giovanni hanno capito, da tempo, che noi non siamo e non saremo mai un’azienda come le altre. Noi non facciamo accordi sottobanco con nessuno, non vendiamo posti di lavoro e non accettiamo ricatti di nessun genere. Siamo un’anomalia e siamo fieri di esserlo. La mattina ci svegliamo presto e andiamo a lavorare con il sorriso in bocca e la coscienza pulita. È questo il nostro più grande successo. Giganti tra nani sottomessi e balbuzienti».
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