«Da vicepresidente facente funzioni della Comunità del Parco Nazionale d’Aspromonte ed ancor di più come sindaco e cittadino “montanaro” reputo sia mio preciso dovere rompere il silenzio assordante che ha ratificato in ambito istituzionale il commissariamento dell’Ente Parco. Ho i capelli bianchi, con un passato ed un presente, che spero mi consentiranno di essere ascoltato».
Così Antonino Micari, sindaco del Comune di San Roberto e vicepresidente f.f. della Comunità del Parco d’Aspromonte, prende la parola all’indomani del commissariamento che ha fatto decadere il Presidente e l’intero Consiglio Direttivo dell’Ente Parco.
«Non voglio entrare nel merito delle motivazioni, poiché quelle sono questioni che è doveroso siano trattate e risolte nelle adeguate sedi, con la fiducia che la Giustizia sarà scevra da giustizialismo – commenta il sindaco Antonino Micari – Ma da un punto di vista politico ed istituzionale dobbiamo ammettere che con questo commissariamento abbiamo perso tutti. Credo che ogni qualvolta si giunga ad un commissario sia una sconfitta per chiunque si sia offerto e sobbarcato l’onere di adempiere al ruolo di classe dirigente. Ho già espresso al neo commissario la mia piena fiducia e collaborazione, perché ritengo l’architetto Renato Carullo una persona seria e preparata, la quale saprà traghettare il Parco oltre i problemi e le criticità in cui si era impantanato, affiancato dal direttore Pino Putortì, dai Sindaci della Comunità del Parco, dalla Città Metropolitana, dalla Regione e dal Ministero e soprattutto dalle Associazioni e dagli Imprenditori impegnati sul territorio. Il mio non è un attacco a qualcuno, ma una presa di posizione su una questione fondamentale. Appena ci saranno le condizioni, promuoverò una riunione della Comunità del Parco per instaurare un dialogo aperto e sincero col commissario Carullo ed il direttore Putortì, in cui avviare una programmazione condivisa su: strumenti di pianificazione e gestione del territorio dell’area protetta, dissesto idrogeologico, spopolamento, abbattimento dei cinghiali, potenziamento delle sinergie tra istituzioni, prevenzione e lotta agli incendi boschivi. Abbiamo bisogno assoluto di azioni di tutela, ma anche di sviluppo economico, sociale e culturale: siamo noi che viviamo quotidianamente l’Aspromonte e questa terra è di chiunque la rispetti e la ami. Questo è il momento di essere presenti e presenti per la nostra Montagna».