Nel 1996, nel suo primo anno di vita, Libera promosse una raccolta firme per sostenere quella che poi divenne la legge 109 del 1996, approvata il 7 marzo. L’obiettivo di questa legge era togliere i patrimoni accumulati dalle organizzazioni criminali con le loro attività illecite e “restituire il maltolto” alla società (per usare un’espressione cara all’associazione Libera). La normativa precedente, chiamata Rognoni-La Torre aveva introdotto nel Codice penale il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso (articolo 416 bis) e anche i sequestri e le confische per i condannati, ma non prevedeva il riutilizzo dei beni da parte degli enti locali. La nuova legge, del 1996 segnò la svolta, perché, da quel momento, tutti gli immobili confiscati potevano essere destinati a finalità sociali, la L.109/96, infatti prevede l’assegnazione dei patrimoni e delle ricchezze di provenienza illecita a quei soggetti – Associazioni, Cooperative, Comuni, Province e Regioni – in grado di restituirli alla cittadinanza tramite servizi, attività di promozione sociale e lavoro.
Lo scorso 7 marzo, nel ventottesimo anniversario dalla promulgazione della legge 109, Libera Reggio Calabria ha promosso un evento dal titolo “Siamo Aperti”, con l’obiettivo di fare incontrare associazioni che hanno sede in un immobile confiscato con il territorio, al fine di raccontare le storie di bene e solidarietà fiorite in seguito all’assegnazione e al riutilizzo a scopo sociale.
A Villa San Giovanni, in particolare, sono tre le associazioni che hanno sede in un bene confiscato: SMAIL – Solidarietà Medica Assistenza Integrata Sociale, che gestisce un poliambulatorio di medicina solidale, O.RA. DI. A.GI.RE., che è un’associazione di associazioni che ha lo scopo di sostenere le famiglie indigenti del territorio e Rose Blu, che sta avviando un progetto sul “Dopo di Noi”, al fine di creare un luogo capace di accogliere adulti disabili che non hanno più i genitori o hanno genitori non in grado di occuparsi di loro.
Le tre associazioni hanno prontamente accolto la richiesta di Libera e hanno aperto i propri immobili, per raccontare le storie di bene, nate dall’impiego sociale dei beni loro assegnati.
In particolare, nella stessa giornata del 7 marzo, le associazioni SMAIL e O.RA. DI. A.GI.RE., insieme alla referente del presidio Libera di Villa San Giovanni “Trecroci” hanno incontrato gli studenti dell’I.P.ALB.TUR. “Trecroci” e del’IIS “Nostro – Repaci” di Villa San Giovanni, per confrontarsi sul tema della solidarietà e dell’impegno sociale. Gli studenti, divisi in tre turni, hanno avuto modo di incontrare i responsabili delle varie associazioni e di visitare le sedi, hanno ascoltato il racconto del lavoro che è stato svolto per rendere i locali loro affidati un luogo non solo conforme alla loro destinazione d’uso, ma anche bello e accogliente e si sono confrontati sul tema dell’impegno sociale e, in particolare, di come ciascuno possa e debba fare la propria parte per rendere il territorio in cui abita un luogo accogliete per tutti, anche e soprattutto per coloro che vivono in condizioni di svantaggio e marginalità. In ultimo, i giovani hanno avuto modo di fare delle domande per comprendere meglio il lavoro svolto dalle associazioni e il contributo che loro possono dare come singoli cittadini e come scuola alle due associazioni.
Positivo il bilancio per la referente di Libera e per i responsabili di SMAIL e O.RA. DI. A.GI.RE.
«Una giornata di confronto, dialogo e crescita» ha dichiarato la presidente di O.RA. DI. A.GI.RE., Dominella Floccari. «Gli studenti hanno partecipato con vivo interesse all’evento e hanno fatto numerose domande, per noi è stato un piacere potere accogliere tutti questi giovani per raccontare loro il lavoro che, quotidianamente O.RA. DI. A.GI.RE. svolge in città e ascoltare le loro opinioni, i loro pareri e i loro propositi. Lavoreremo in rete per fare diventare questa giornata un appuntamento fisso con le scuole e con la città intera».
«Un ringraziamento particolare va ai gestori di questi beni che quotidianamente, con il loro volontario impegno danno concretezza alla legge 109/96. Un enorme lavoro corale – continua Domenica Imbesi, referente del Presidio Libera VSG- che racconta di quante persone hanno contribuito a raggiungere un obiettivo fondamentale e poi ad alimentarlo nel tempo, trasformando dei segni di potere mafioso sul territorio in opportunità e alternative per la collettività».
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