VILLA SAN GIOVANNI – Ansia, paura, rabbia. Questi i sentimenti emersi con forza ieri pomeriggio durante l’assemblea pubblica sul Ponte sullo Stretto organizzata dall’amministrazione Caminiti.
Dopo le spiegazioni della sindaca Caminiti sulle modalità di consultazione della documentazione disponibile sul sito del Comune, la parola è passata al pubblico, in particolare alle persone che si ritroveranno negli elenchi degli espropriati.
«Da casa mia – ha giurato una cittadina – non mi muoverò, nemmeno se dovessero arrivare con i bulldozer! Alla sindaca chiedo di non parlare di espropri, ma di opporsi ai cantieri perché lei ha dei forti presupposti per farlo e cioè le prescrizioni, che hanno un valore vincolante. In tutta questa incertezza, io ho la certezza che da casa mia non mi muovo!».
Insomma, la sfida di una esproprianda a Pietro Ciucci in vista della sua imminente visita a Villa San Giovanni, martedì mattina, per avvisarlo che non rivedrà la sua vita a causa del Ponte. Più o meno sulla stessa linea i successivi interventi, tant’è che a un certo punto è sembrato di assistere a un’assemblea del movimento “No Ponte”.
«Non si dorme la notte per la paura, questa cosa per noi è troppo grande», ha detto un altro espropriando sollecitando una maggiore partecipazione popolare.
Tanta preoccupazione anche dai non espropriandi, per le sorti di un paese che «si ritroverà completamente – prevede Giuseppe Morabito – sotto il cantiere del Ponte».
E ancora le dichiarazioni di Pietro Idone (Wwf) e Angelo Raso (Legambiente), con il primo che ha particolarmente incalzato la sindaca a sposare la proposta del Pd: «Il Ponte è un’opera che farà acqua da tutte le parti, è una truffa, ci sono troppi punti oscuri. L’iter va sospeso, ha ragione Musolino». A queste parole la sindaca ha replicato che, comunque, «l’iter non lo blocca il Comune ma il governo centrale». Angelo Raso, invece, ha spronato la città a reagire: «Non solo a Villa, ma anche a Messina il Ponte causerà un forte impatto. La differenza è che lì sono molto più partecipi. La verità è che stiamo dormendo, e ci sta cascando il mondo addosso. Il non ritorno sarà quando si firmerà il contratto, e lì sarà inutile dire “non me ne andrò di casa”, perché vi cacceranno con i carabinieri».
A sostenere a gran voce il fronte del “No” è stato, poi, Giovanni Cordova di “Nuvola Rossa”: «Comprendo l’atteggiamento istituzionale del sindaco – ha detto Cordova – ma noi dobbiamo far sentire la nostra voce. Tutti noi dobbiamo fare la nostra parte, perché è un’offesa sentire che possiamo avere strade e altro solo se si fa il Ponte! A chi è soggetto a esproprio dico che non siete soli, noi ci saremo! Incontriamoci, per portare avanti una battaglia viva e concreta. Chi pensava di svendere questo territorio per delle marchette elettorali – ha concluso Cordova – deve fare un passo indietro!».
Il fronte del “no”, dunque, sembra deciso a riorganizzarsi per continuare a lottare contro un’opera «inutile e dannosa». Vedremo da quando e come. (fra.me.)
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