VILLA SAN GIOVANNI – Continua a far discutere la posizione dell’amministrazione Caminiti sul Ponte sullo Stretto. Stavolta è Momento Civico a dire la sua, anche sostenendo l’inutilità del recente intervento a mezzo stampa di Ada Pavone, Maria Grazia Melito e Pietro Idone.
«La comunità dello Stretto tradita da interessi incomprensibili». Titola così il comunicato diffuso ieri dall’associazione socio-culturale, che nei successivi passaggi non risparmia nemmeno qualcuno dell’opposizione consiliare.
«Indipendentemente dalle ragioni politiche che hanno indotto il sindaco di Messina, Federico Basile, ad esprimere la sua contrarietà al Ponte sullo Stretto, la giustificazione addotta, di voler difendere un territorio che non si armonizza con l’infrastruttura, appare argomentazione plausibile e condivisibile, contrariamente a quanto avviene dall’altra parte dello Stretto, dove l’amministrazione comunale gioca sull’equivoco e sulla memoria corta della Comunità».
«L’amministrazione di una città ha l’obbligo di garantire il territorio e di difenderne i residenti, indipendentemente dalle scelte del Governo ma facendo leva su tutti gli strumenti istituzionali e costituzionali che riconoscono il potere autarchico dei Comuni di amministrare i propri interessi con la stessa efficacia giuridica dello Stato».
«È del tutto insufficiente ed anzi irrilevante la decisione di tre consiglieri comunali di dirsi contrari al Ponte sullo Stretto, quando le condotte amministrative dimostrano si sia imboccata una direzione differente: da una parte attendista e dall’altra favorevole alla infrastruttura stabile di collegamento».
«Questa amministrazione è stata eletta – come ricordano le dichiarazioni iniziali – per garantire quell’ordinario che mancava, migliorando lo stato dell’arte. E quando la questione “Ponte” non era nemmeno ipotizzata. E invece di avviare da subito una interlocuzione con la città, per capirne gli umori, si è profuso impegno per frantumare ancora di più il corpo sociale e iniettare tossine, nella arcaica concezione che una città divisa potesse subire ogni sorta di nefandezza».
«Arrivare fuori tempo massimo a convocare un Consiglio Comunale aperto sul tema, quando già tutto era stato deciso, fornisce l’indicazione chiara di un voltafaccia nei confronti della Comunità, per sostenere una parte, con ogni evidenza minoritaria che non solo ha, e sta desistendo, da qualsiasi forma di controllo finendo per drogare la democrazia ma che troppo spesso ha interpretato il ruolo di stampella della maggioranza».
«Una evidenza che è stata chiara quando finalmente, con un ritardo inspiegabile, sono venuti fuori i nomi dei componenti della “commissione di studio degli atti sul Ponte”, dove campeggia il nome di professionista già componente del Consiglio di Amministrazione della società del Ponte che il 29 luglio del 2011 ha approvato il progetto oggi riproposto».
«Non è ben chiaro se la scelta, palesemente incompatibile, sia venuta perché suggerita da parte della minoranza consiliare cui è legato oppure su indicazione della Stretto di Messina SpA, ovvero per altri oscuri motivi, ma in entrambi i casi questa scelta denuncia oscure finalità del sindaco, squadra e “città in movimento”. Ma anche un voltafaccia al popolo del “no Ponte” che si rifiuta di prenderne atto».
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