VILLA SAN GIOVANNI – Resta in carcere la madre della tredicenne con deficit psichico che ha partorito il neonato trovato morto all’interno di uno zaino lasciato tra gli scogli di Villa San Giovanni. Lo ha deciso sabato il gip Giovanna Sergi convalidando il provvedimento di fermo emesso mercoledì scorso dalla Procura di Reggio Calabria e firmando, su richiesta del procuratore capo Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Walter Ignazitto e del pm Tommaso Pozzati, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere confermando l’impianto accusatorio nei confronti della 40enne sospettata di infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale. Ipotesi d’accusa rispetto alla quale l’indagata ha fatto scena muta durante l’interrogatorio di garanzia, avvalendosi della facoltà di non rispondere in sede di udienza di convalida. Ma il cerchio su questa brutta vicenda non si è ancora chiuso. Mentre la Procura ordinaria continua a indagare per verificare se ci sono altre responsabilità, prosegue pure l’altro filone dell’inchiesta, coordinata dal procuratore dei minorenni Roberto Di Palma e dal sostituto Giuseppe Creazzo; un filone d’inchiesta che punta, sulla scorta dell’esito del test del Dna eseguito sul corpicino esanime, a individuare il padre del neonato, obiettivo che, se centrato, potrebbe dire moltissimo su quanto realmente accaduto alla tredicenne. (fra.me.)
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