di FRANCESCA MEDURI
Si allarga l’inchiesta della Dda reggina denominata “Ducale”. Sono stati infatti iscritti nel registro degli indagati per presunto scambio elettorale politico-mafioso l’ex senatore Giovanni Bilardi (Forza Italia), l’assessore comunale di Reggio Calabria Domenico Battaglia detto “Mimmetto” (del Pd) e il consigliere comunale di Reggio Calabria Mario Cardia (attualmente esponente della Lega ma all’epoca dei fatti contestati candidato in una delle liste a sostegno di Falcomatà).
I tre politici si aggiungono a una lista di indagati che comprende tra gli altri anche il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giuseppe Neri (autosospesosi dal partito di Giorgia Meloni) e il consigliere comunale di Reggio Calabria Giuseppe Sera (Pd). Per Neri e Sera, la Dda ha presentato appello al Tribunale del Riesame perché il gip ha rigettato la misura cautelare dell’arresto.
E intanto subisce una grossa frenata l’esperienza professionale in diversi enti locali dello Stretto di Daniel Barillà, il genero del presunto boss di Gallico-Sambatello Domenico Araniti, mediatore tra il mondo politico e la cosca Araniti e regista degli scambi elettorali politico-mafiosi alle ultime elezioni comunali e regionali secondo quanto emerso dalle carte dell’inchiesta “Ducale”.
“Danielino”, così come lo chiamava Falcomatà, godeva della stima e della fiducia della politica locale in maniera bipartisan. Che fossero di destra, di sinistra o indipendenti, i sindaci dello Stretto puntavano su di lui quasi a occhi chiusi. Almeno fino a quando lo tsunami “Ducale” non li ha costretti a correre ai ripari.
Dopo l’arresto ai domiciliari di Barillà, infatti, nei suoi confronti sono arrivati i decreti firmati dai sindaci di Campo Calabro e Calanna, rispettivamente Sandro Repaci e Domenico Romeo. E precisamente: a Campo Calabro, sospensione con decorrenza immediata dall’incarico di componente del Nucleo di valutazione, conferitogli con decreto sindacale n. 2 del 2023; a Calanna, revoca con decorrenza immediata dell’incarico del Nucleo di valutazione in forma monocratica, conferitogli con decreto sindacale n. 2 del 2022. Entrambi i sindaci, prendendo atto dell’arresto di Barillà, hanno evidenziato che «la sottoposizione a misure cautelari coercitive presuppone l’accertamento da parte del giudice penale dell’esistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato».
Controcorrente rispetto ai colleghi dello Stretto sembra sia andato il sindaco di San Roberto Nino Micari, il quale ha firmato un decreto per nominare un nuovo componente del Nucleo di valutazione del Comune (dott. Leonardo Corbini) ma precisando che lo stesso «va ad integrare la composizione del Niv di cui fanno già parte la dottoressa Natascia Carmerita Garascì e il dott. Daniel Barillà».
Per quanto riguarda, invece, il Comune di Reggio Calabria è fresca di firma (del 3 luglio 2024) la determina dirigenziale con cui si prende atto delle dimissioni volontarie del dott. Daniel Barillà dall’incarico di componente dell’Organismo indipendente di valutazione; dimissioni con effetto immediato comunicate il 29 giugno, e acquisite al protocollo dell’ente l’1 luglio, dall’avvocato Marco Gemelli, in nome e per conto del suo assistito.
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