Momento Civico: «La città delle segrete stanze comunicanti di cui questa amministrazione è figlia»
«Dicono bene sindaco, giunta e gruppo consiliare “Città in Movimento”: il governo di una città non si decide nelle segrete stanze. Le stesse segrete stanze, tra loro comunicanti, che hanno partorito l’amministrazione Caminiti e regalato la peggiore amministrazione della storia politico-amministrativa villese.
D’altro canto questo è ormai un fatto storico, acclarato e consegnato agli atti e alla storia: dagli attuali vertici cittadini del PD, che hanno materialmente accompagnato la sindaca nella presentazione della lista, a chi, dalle parti di FI si dichiarava contento se avesse vinto la Caminiti.
Non è un mistero, poi, che l’attuale sindaco è persona cui piace vincere facile e mai avrebbe proposto la propria candidatura se, entrambe le parti, non le avessero garantito di vincere senza bisogno di competere.
Su questo, poi, gli episodi che narrano di un “governo condominiale” sono innumerevoli: dai consigli comunali in privato alle riunioni segrete denunciate e mai smentite da alcuno e persino le difese d’ufficio da parte di dipendenti del giornale nel quale, per puro nepotismo, il sindaco ha svolto il ruolo di redattrice per lungo tempo, deliziandoci con lezioni di etica evidentemente non sua.
Più che risibile, dunque, appare comica la schizofrenia di Forza Italia che un giorno lascia le commissioni consiliari e il giorno dopo rientra in religioso silenzio; un giorno firma fallimentari disegni strategici e il giorno dopo accusa di bancarotta l’amministrazione Caminiti, per giunta affermando che loro sono abituati a governare non per capacità ma per amicizia, militanza e servilismo.
Comportamento simile del Partito Democratico che, dopo avere impedito la presentazione del proprio simbolo e accompagnato all’altare questa amministrazione, trascorsi due anni di amministrazione Caminiti ricorda di essere un partito e pensa di potersi comportare come tale.
Cervellotica è anche la posizione dell’amministrazione comunale che sul “Ponte sullo Stretto”, “avrebbe assunto una posizione istituzionale”, che non si capisce cosa voglia dire dal momento che si può avere una posizione di contrarietà e adempiere ugualmente ai doveri d’ufficio, il primo dei quali è dettato dall’articolo 1 dello Statuto comunale.
In verità, più che istituzionale, Caminiti&Co hanno assunto una posizione di convenienza, arrivando a nominare una commissione che aveva, nel suo seno l’avv. Infantino, un ex componente del CdA di Stretto di Messina Spa che nel luglio 2011 aveva già approvato il progetto e non ci pare avvia avuto un ripensamento, come invece timidamente dimostra l’amministrazione Caminiti a tempo scaduto.
A giorni alterni, poi, l’amministrazione ci ricorda a tutti le difficoltà di un comune in dissesto che però si era risolto solo al tempo in cui dovevano incassare, silenziosamente, le indennità, tenendo però ben nascoste le carte sin dal primo giorno di amministrazione, per nascondere la verità.
La questione della perdita del finanziamento per il Centro di raccolta è solo l’ultimo atto mistificato, in ordine di tempo e chissà se anche dietro quella perdita di finanziamento non ci siano interessi altri.
Su una cosa concordiamo con l’amministrazione: questa non è politica e non è amministrare la città ma un triste teatrino di periferia, dove il Ponte sullo Stretto rappresenta il modo per oscurare tutti i problemi, aggravati da una gestione scellerata e confusa che ha sfiancato la città dal punto di vista dei servizi, dal punto di vista economico e soprattutto dal punto di vista sociale».
È quanto affermato, in un comunicato dei giorni scorsi, da Momento Civico.
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