VILLA SAN GIOVANNI – «Non è un incontro per rispondere al Pd e a nessun altro partito, ma un necessario momento di partecipazione e democrazia». È così che Giovanni Cordova del movimento “No Ponte Calabria”, nei giorni scorsi, ha introdotto il confronto con la sindaca Giusy Caminiti sul tema del Ponte sullo Stretto, mostrandosi sin da subito comprensivo nei confronti delle amministrazioni comunali «che contano quanto e non quanto» nella decisione finale che, come è stato più volte evidenziato durante la discussione, è in primis una decisione politica contro la quale nemmeno un no deciso può farci nulla. Il che non vuol dire che le amministrazioni comunali non possano essere criticate o, meglio, interrogate. E questo, appunto, ha fatto Cordova con la prima cittadina villese, che ha iniziato con una puntualizzazione parecchio apprezzata dai “No Ponte”:
«Quando ho detto “se deve essere, vogliamo il progetto più bello del mondo” – così Caminiti – era una provocazione». E qui l’intento della sindaca è stato quello di chiarire una volta per tutte le ragioni della posizione istituzionale dell’amministrazione comunale sul Ponte, posizione che non legittima l’opera: «La nostra linea fin qui – ha affermato Caminiti – ci ha permesso di avere dei punti fermi. Se oggi si parla della faglia attiva di Cannitello è perché l’ingegnere Paolo Nuvolone, che collabora con noi, ha posto il problema dell’inedificabilità assoluta e noi ci siamo assunti la responsabilità di dirlo davanti al Mase e al Mit. Ecco perché è fondamentale sedere ai tavoli istituzionali, è assurdo che qualcuno ci chieda di non farlo. Non sono stata invitata alla presentazione del progetto del Ponte in occasione del G7, ma non era importante stare lì, lo è stato essere presenti alla conferenza istruttoria del 13 aprile dove abbiamo parlato per primi con carte alla mano».
Carte alla mano con cui l’amministrazione comunale ha sempre ribadito perplessità e preoccupazione per le mancanze del progetto del Ponte. «Un incubo che ogni dieci anni si ripresenta – ha aggiunto Caminiti – creando stress sociale». C’è però una differenza netta col passato, e la sindaca la rivendica con orgoglio: «Noi sediamo ai tavoli perché vogliamo difendere la città, non perché siamo favorevoli al Ponte. Nel 2010/2011, invece, la posizione di un’amministrazione favorevole che si siede e non solo accetta la costruzione della variante di Cannitello ma firma l’apertura del tracciato ferroviario e ci condanna a un’incompiuta visto che a oggi la mascheratura della variante non c’è».
«Il fatto di essere attaccati sia da chi è per un sì ideologico sia da chi è per un no estremo probabilmente dimostra – ha poi sostenuto la sindaca – che la strada che stiamo percorrendo a grandissima fatica è quella che può tutelare la città».
Caminiti ha fatto chiarezza pure sul documento di sintesi del piano strategico della città approvato dal consiglio comunale all’unanimità e sottoposto all’attenzione del Governo e della Stretto di Messina: «Nessun complotto, nessun inciucio con la minoranza, non capisco tanto scalpore. Quel documento è identico alle linee programmatiche di mandato approvate nel 2022, anche dall’opposizione. Un documento in cui non diciamo sì al Ponte ma parliamo della nostra visione di città, visione che non si svende! Non c’è l’idea che siano state quelle opere definite come il regalo che qualcuno ci fa se si realizza il Ponte, perché noi su quelle opere ci abbiamo già lavorato e stiamo lavorando. E il fatto che il documento è stato approvato pure da Forza Italia lo ritengo un risultato politico importante».
Insomma, la sindaca non ha dubbi: «L’unica occasione che ci sta dando il Ponte è costruire una visione di città che vada oltre lo stesso Ponte». (FRA.ME.)
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