VILLA SAN GIOVANNI – Forza Italia e Pd sempre più alleati contro l’Amministrazione Caminiti. In particolare, negli ultimi giorni, i due partiti “opposti” hanno espresso le loro perplessità in merito alla commissione territorio “segreta”, convocata in seduta non pubblica.
Le dichiarazioni di Marco Santoro, Lucisano Filippo, Daniele Siclari, Stefania Calderone e Domenico De Marco, consiglieri comunali del gruppo Fi
«L’amministrazione che ha fatto degli slogan elettorali il suo principale motivo di esistenza in vita, oramai scoperta dalla stragrande maggioranza della popolazione, disillusa da quel “cambiamento rispetto al passato” mai avvenuto come da loro annunciato, stavolta compie un gravissimo atto contro la democrazia ed i suoi principi tutelati dalla Costituzione.
Doveva essere il palazzo San Giovanni un ruolo istituzionale definito “palazzo cristallino” per la trasparenza che sarebbe stata garantita rispetto ad ogni singolo atto amministrativo ed invece una convocazione della commissione a porte chiuse assieme a tanti altri avvenimenti poco trasparenti, fanno diventare il palazzo municipale, il palazzo di Governo più opaco dell’intero territorio nazionale.
Come si può coinvolgere la Città, in tutte le sue espressioni democratiche, dai partiti alle associazioni ai singoli portatori di interessi, se si chiudono i lavori della principale Commissione quella territorio, all’accesso ed all’ascolto di tutti i soggetti suddetti?
Convocazioni urgenti con richieste di supporto da parte della minoranza senza fornire le “carte amministrative” necessarie per l’espletamento del nostro ruolo, riunioni a porte chiuse, per la discussione di un partneriato pubblico/privato pervenuto ufficialmente all’ente e quindi nulla di segreto, rappresentano un vero delitto verso la democrazia, e le raccomandazioni fatte come componenti della commissione al presidente Idone non hanno sortito l’effetto sperato, ovvero quello di non compiere il gravissimo errore che oggi siamo costretti a denunciare per non apparire complici di un sistema politico e di una metodologia che non ci appartiene e che mira ad offendere la libera espressione di pensiero e di opinione dell’intera città. Tale dissenso non poteva che essere istituzionalmente rappresentato se non attraverso la mancata partecipazione alla commissione secretata del presidente Idone e della sua maggioranza al quale chiediamo ufficialmente di prendere atto di questo gravissimo errore traendo le dovute conseguenze in termini politici del suo attuale ruolo di presidente di una commissione svilita delle sue funzioni a causa di una convocazione costituzionalmente sbagliata. Al sindaco che ha strumentalmente tentato di addossare le responsabilità proprie a noi consiglieri che abbiamo disertato la commissione accusandoci di interessarci solo di ponte, rispondiamo che ancora una volta ha perso l’occasione per fare realmente chiarezza tenuto conto che ad un atteggiamento di facciata ai tavoli istituzionali di interessamento alla grande opera poi in realtà si smaschera la vera indole ideologica che contraddistingue i “No Ponte” per partito preso con un metodo diametralmente opposto rispetto a quello della dirimpettaia Messina dove il confronto sul tema ponte è aperto in modo globale alla città e solo un a nostra richiesta di invitare Stretto di Messina in commissione territorio ha rappresentato l’unica novità di assoluta rilevanza istituzionale in un organo di supporto al consiglio e non alla giunta, quale è la commissione territorio che il gravissimo atto del presidente Idone ha oggi delegittimato».
Le dichiarazioni dei dirigenti del Pd villese (il segretario Enzo Musolino, Lina Vilardi, Domenico Tedesco, Domenico De Marco ed Enzo Bulsei)
«Ormai sono tre anni che lo diciamo a tutti, anche agli amministratori villesi che abbiamo contribuito ad eleggere: la Commissione Territorio – organo del Consiglio – è essenziale per la Città, non solo in tema “Ponte” ma anche per tutte le Infrastrutture, per il “progetto” della Villa del futuro.
Abbiamo chiesto a gran voce di sottrarre le sorti – non solo di Villa ma anche di Reggio e di Messina – dal rapporto esclusivo tra “Padroni del Vapore” e Sindaci, ponendo proprio la Commissione Territorio e, quindi, il Consiglio Comunale al centro.
Ci siamo spinti anche, nelle ultime settimane, a chiedere massima pubblicità ai lavori di Commissione, ben oltre la semplice pubblicazione delle date delle sedute sull’albo pretorio, auspicando un invito diretto ai cittadini, ai corpi intermedi, ai Partiti, per partecipare agli incontri previsti, ad esempio, con il Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica Vulcanologia o con i Tecnici della Stretto di Messina Spa.
Bene, in questo contesto in cui emerge chiara la necessità di massima trasparenza, collaborazione, apertura, cosa accade?
Accade che in relazione ad un Project Financing, ad una procedura quindi di affidamento di un contratto “pubblico”, nel contesto di una possibile procedura di evidenza “pubblica”, viene convocata a sorpresa una seduta di Commissione Territorio “non pubblica”. Un evidente eufemismo per non dire “segreta”.
E perché?
Cosa c’è di segreto in una concessione, in un appalto, in un contratto per la Città, nel sapere chi abbia aderito al bando del Comune, se i termini e le forme richieste siano state rispettate?
È mai successo?
E perché accade, oggi, a Villa?
Queste domande, ovviamente, le rivolgiamo al Presidente Pietro Idone e le articoliamo meglio.
Secondo l’art. 38, comma 7, del Testo Unico Enti Locali:
“Le sedute del consiglio e delle commissioni sono pubbliche salvi i casi previsti dal regolamento [•••]” e, proprio per questo, il nostro Regolamento Comunale per il Funzionamento del Consiglio e delle Commissioni Consiliari, all’art. 11, prevede:
“Le sedute delle Commissioni sono pubbliche. Ai lavori possono assistere i cittadini ed i rappresentanti degli organi di informazione. Il Presidente convoca la Commissione in seduta segreta esclusivamente per la trattazione di argomenti che comportano apprezzamento del comportamento e della moralità di persone o quando la pubblicità dell’adunanza possa arrecare grave nocumento agli interessi del Comune”.
Ora, quali di questi due motivi tassativi hanno giustificato i segreti sul Project Financing denominato “Villa cuore del Mediterraneo”?
Di quali comportamenti e di quale moralità stiamo parlando?
Quale grave nocumento agli interessi del Comune può derivare da una seduta “pubblica” sulle fasi di un contratto “pubblico”?
La trasparenza, la pubblicità delle procedure, non serve proprio a sgombrare il campo da opacità, rischi corruttivi, discrezionalità impropria?
Noi conosciamo la buona fede del Presidente Idone ma qui è in gioco qualcosa di diverso: si tratta della “Res Publica”, della Cosa Pubblica, della Casa Comune, e la vorremmo il più possibile permeabile al “Diritto alla Conoscenza”».
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